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Un augurio speciale agli imprenditori e ai professionisti “etici”

Siamo a Natale.

Ognuno di noi si sente in festa. Ma io so che chi guida un’impresa come imprenditore o come manager, o chi ha un’attività professionale, ha sempre la testa sul business e quindi, anche se siamo a Natale ho deciso di fare comunque il video settimanale delle #52strategie.

Però oggi non voglio parlare di una strategia in particolare. Voglio soltanto augurarti un fantastico 2019 con una riflessione su quello che sta alla base di tutto. E cioè del significato di fare impresa, sulla sua importanza sociale, e sull’etica del fare impresa.

Oggi si sente molto parlare di responsabilità sociale, di impresa etica, di etica del lavoro, addirittura di certificazioni etiche. E ne sono contento perché significa che il mondo finalmente si sta accorgendo quanto l’impresa sia importante per il benessere e per l’equilibrio della società. E cerca di preservarlo. L’impresa come bene comune! Cioè una cosa che appartiene a tutti!

Perché l’impresa è il motore di tutto.

Dall’impresa e dal valore creato dalle persone che ci lavorano, discende tutto quello che ci circonda. Gli ospedali, le scuole, i teatri non esisterebbero se non ci fosse l’attività commerciale. Non avremmo nemmeno la cultura, le opere d’arte, i divertimenti. Non avremmo i musei senza il denaro prodotto dal tessuto imprenditoriale.

Tutte le testimonianze della nostra cultura sono tracciate dall’arte e dall’architettura finanziata dai proventi delle imprese del passato.

E tutto il benessere, la stabilità e la fiducia nel futuro sono in gran parte garantite dagli imprenditori di oggi e di domani.

E anche oggi che gli imprenditori sono chiamati alla difficile sfida di mantenere elevata la competitività della propria impresa in un contesto aperto, caratterizzato da una grande competizione, è ancora più evidente la responsabilità che ha l’impresa a livello sociale.

Già nel 1730 l’economista francese Richard Cantillon, definiva l’imprenditore con queste caratteristiche fondamentali:

  • l’imprenditore è un innovatore. E non un imitatore. Ogni nuova impresa, o porta una innovazione o è destinata a fallire,
  • l’imprenditore si assume dei rischi, ma ne tiene conto, calcolandoli. Sottovalutare i rischi può significare di fallire alla prima scossa di terremoto!
  • l’imprenditore possiede una “ars combinatoria” ossia la naturale capacità di combinare fattori e strumenti diversi; come un maestro d’orchestra.
  • ed infine, l’imprenditore produce valore economico e valore sociale. Valore economico, che è la parte più evidente, da condividere con i vari stakeholder. Dal personale dipendente, ai fornitori, fino alla società intera.

Queste sono le caratteristiche valide ancora oggi che ogni imprenditore ha o dovrebbe avere. E quindi ti auguro di essere un imprenditore migliore ogni anno che passa, per essere sempre più sereno e felice. E per contribuire alla serenità e alla felicità delle persone che ti sono più vicine a partire dalla tua famiglia.

Ti auguro un anno di grandi risultati affinché la tua organizzazione, la tua attività possa essere sempre più solida e possa crescere armoniosamente.

Ti auguro la chiarezza e la visione per condurre il tuo business in maniera strategica e focalizzata.

Ti auguro di anticipare i problemi che ogni impresa si trova inevitabilmente ad affrontare. Ti auguro di anticiparli invece che subirli.

Ti auguro di acquisire sempre nuove competenze, di non fermarti mai e di essere sempre avanti rispetto ai tuoi diretti concorrenti.

Ti auguro di seguire con pienezza i tuoi sogni, perché, come diceva Sheakespeare, è la materia di cui siamo fatti.

Ti auguro la salute, l’amore e l’equilibrio di cui ognuno di noi ha un grande bisogno, in quanto esseri materiali e spirituali.

Ti auguro anche qualche colpo di fortuna. Anche se si sa, la fortuna non esiste, è solo l’opportunità che incontra la preparazione.

E infine… ti auguro dei giorni sereni, gioiosi con un pensiero a chi purtroppo lotta ogni giorno per avere delle condizioni di vita almeno accettabili! Con la nostra impresa sosteniamo da 15 anni 2 comunità, una in Brasile e una in Africa, grazie alla preziosa missione di Action Aid. Crediamo che sia giusto. E anche bello contribuire con il frutto di quello che sappiamo fare.

Quindi tanti auguri. Buon Natale! Sarà un periodo meraviglioso per tutti gli imprenditori di oggi e di domani.

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Elimina le cause degli errori più frequenti con UNA singola mossa

Hai mai pensato quanto ti costano gli errori durante il lavoro fra tempo, denaro, stress e reputazione?
E pensa che puoi liberartene in maniera molto semplice: seguendo questa procedura in 3 passi, puoi eliminare i problemi ricorrenti con una singola e sola azione. Basta poco sforzo e i risultati sono immediati.

Se sei stanco di assistere sempre ai soliti errori in azienda, di vedere che i tuoi collaboratori fanno sempre i soliti errori anche quando è stato detto già 1000 volte cosa dovrebbero fare e di avere sempre i soliti problemi, ti capisco, è una cosa che capita a tantissimi imprenditori. Ma per fortuna c’è una soluzione. E non è nemmeno così difficile: la strada per risolvere ogni tipo di problema è percorribile con questi 3 passaggi:

Scrivi

Il primo passaggio è registrare i problemi quando si verificano: cioè scrivere su qualsiasi mezzo i problemi che accadono, quando accadono. Basta un qualsiasi qualsiasi formato. dal semplice pezzo di carta a un’applicazione specializzata. L’importante è annotarsi l’evento, descriverlo. Ovviamente il problema poi anche risolto subito, ma lasciamo l’analisi in un secondo momento. Quindi: registrare tutti i problemi, registrarne più che puoi, registrare tutto ciò che fa innervosire, perdere tempo, che crea tensione con i clienti, che fa perdere tempo, che fa perdere denaro.

Analisi

Il secondo passaggio è analizzare i problemi che hai scritto. Se hai registrato tutti i problemi che hai notato o che ti sono stati riferiti in un determinato periodo, adesso passiamo all’analisi. Puoi averli su un foglio di calcolo, o su un database, o su un report qualsiasi. Devi capire che cosa ha causato i problemi più importanti. Affinché non se ne ripetano più. Ma la cosa bella è che non dovrai risolvere TUTTI i problemi e TUTTE le cause, perché sicuramente alcune delle cause saranno comuni a molti problemi. Anzi, probabilmente con una o due azioni risolverai quasi tutti i problemi aziendali. Hai mai sentito parlare del principio di Pareto?

Vilfredo Pareto è stato un Ingegnere ed economista italiano vissuto a cavallo tra l’800 e il 900 che ha scoperto che l’80% dei problemi dipende dal 20% delle cause. Quindi risolvendo una singola causa, non si metterà a posto un solo problema, ma molti problemi e se l’analisi è fatta bene, risolveremo il problema più importante. Faccio un esempio: supponiamo di avere 100 problemi; è possibile e probabile che la maggioranza di questi siano dovuti tutti alla stessa causa, basterà risolvere quella causa comune per risolvere gran parte dei problemi che si verificano.

Una storia vera

Ricordo che in un’azienda di produzione di circuiti stampati, si misurò una abnorme mortalità infantile delle schede di un particolare prodotto. Dall’analisi delle cause si capì che questo problema dipendeva dalla fragilità delle saldature. Applicando il metodo dei “5 perché”, si capì poi che queste dipendevano dalle condizioni climatiche del reparto produttivo. Quindi è stato molto semplice porre un rimedio e azzerare la difettosità principale del prodotto. E la stesso cosa vale nei servizi.

Quello che succede nelle aziende che crescono è esattamente questo meccanismo.

Elimina

Il terzo passaggio riguarda invece le azioni correttive per rimuovere le cause. Queste possono riguardare l’introduzione di una nuova procedura, l’adozione di un software specifico, mettere un controllo su una linea produttiva, istruire una persona, fare formazione a un reparto, ecc. Tutte attività che vanno tarate in funzione della gravità del problema e del tipo di risoluzione che vuoi adottare.

La cosa bella è che puoi ripetere la stessa procedura per un altro problema ricorrente, poi un’altra e poi un’altra ancora fino a quando la tua organizzazione non funzionerà come un orologio!

Conclusioni

Quindi, ricapitolando, ecco le fasi che ti permettono di ottenere processi fluidi e prodotti (o servizi) ben funzionanti:

  1. Scrivi i problemi che vedi
  2. Analizzane le cause
  3. Elimina le cause del problema più ricorrente
  4. Reitera su tutti i problemi

Progettare l’organizzazione, primo passo per la crescita di ogni impresa

#52strategie… pronti, via!

questo è il primo video della sfida #52strategie, con la quale, ogni settimana per un anno, pubblico un breve video con strategie semplici, facili da applicare e che fanno la differenza nelle imprese. Partiamo con le basi!


Perché alcune imprese raggiungono risultati mentre altre rimangono per anni impantanate sempre sui soliti errori?

Semplice!

Perché alcuni imprenditori quando passano dalla dimensione di microimpresa a quella di piccola-media si dimenticano un passaggio fondamentale.

L’altro giorno mi ha chiamato un amico e mi ha chiesto: Andrea perché non riesco a far fare le cose giuste alle persone quando e come dovrebbero? Mauro, gli ho risposto, per forza: non hai ancora progettato la tua organizzazione. Devi definire i ruoli, le procedure e le relazioni nella tua organizzazione e trasferire queste informazioni alle persone per avere una macchina al tuo servizio e dare indicazioni chiare alle persone in ogni momento. Ci sono 3 passi fondamentali per progettare efficacemente la tua organizzazione, ogni organizzazione.

Allora vediamo questi 3 passi che ogni imprenditore deve compiere.

Progettazione dell’organizzazione

Il primo è progettare la propria organizzazione. Scegliere la propria organizzazione in base al proprio business, disegnarla nero su bianco, definire i ruoli, all’inizio grossolanamente, e collegarli gli uni agli altri. Ci sono tanti tipi di organizzazioni possibili, ma i più diffusi sn 3. Ad alcune si presta meglio un’organizzazione a Matrice, di solito si adattabene questo modelle alle società di ingegeria. Ci sono delle aziende, tipicamente uelle del settore manifatturiero, che preferiscono una organizzazione per funzioni, con tutte le varianti del caso. Altre ancora che hanno esigenze più dinamiche per cui hanno bisogno di un’organizzazione piatta per processi.

Ogni azienda però ha bisogno di progettare la propria organizzazione, scegliendo il tipo di modello migliore per il suo caso.

Job description

La seconda fase è quella importantissima di definire nel dettaglio ogni singola attività dei ruoli individuati nell’organigramma. Ogni ruolo sarà caratterizzato da:

  • nome del ruolo
  • ruolo a cui risponde
  • risorse umane e materiali a sua disposizione
  • responsabilità
  • autorità

e quindi avrà una lista di attività che si chiamano job description (descrizione di ruolo). Questa fase è estremamente importante soprattutto per un’azienda che comincia a crescere o che vuole crescere.

Trasferimento e condivisione

Ed eccoci alla terza fase. Ovviamente non dobbiamo mettere questo bel lavoro in un cassetto, ma deve essere condiviso e comunicato alle persone: ogni ruolo deve essere assegnato alle persone e spesso deve essere contrattato, perché potrebbero esserci esigenze contrastanti. Ad esempio: il responsabile acquisti deve solo approvare gli ordini o fare anche la ricerca di mercato? oppure questa la deve fare la persona che richiede l’acquisto? il suo assistente a che livello deve aiutarlo e in che modo? e così via.

Una volta definiti questi ruoli, comunicati e compresi, dare indicazioni alle persone su come agire sarà molto più semplice perché avranno una mappa che descrive il territorio in cui muoversi perché inquadrati in una ben precisa organizzazione.

Quindi ricapitolando, progettare la propria organizzazione, scrivere le job description, condividere le informazioni con tutto il personale.